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Vera e Il Diavolo

by Misère de la Philosophie

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    12" Vinyl LP di "Vera e Il Diavolo" (Seahorse Recordings, 2023).
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1.
Correnti Bianche Stasera c’è un freddo pungente Si dice che forse nevicherà Ho preso la mia giacca pesante E ho corso per arrivare fin qua All’incrocio di quattro viali Che si incontrano fuori dalla città Dove il tempo sembra quasi fermarsi E le fantasie si fanno realtà Dicono di non venirci Di starne fuori Ma ho già tremato troppo Voglio un po’ di pace nelle mie vene E il calore, sai, lo sento salire Mi chiedo chissà se tornerai Attraversando le raffiche più bianche del marmo Quasi mi illudo che tu verrai E non ho più voglia di giocare A perdere un’altra volta Contro una Venere più risoluta A vincere anche questa partita Spietata come non mai Stringe le mie pupille E lo so che mi sente affannare Mi vergogno. Sto per crollare E lasciami qui fuori a dormire La neve mi sveglierà L’attesa è stata sempre premiata Dalle divinità Mi sento di nuovo stringere Mi sento abbandonare È come un contrasto infelice Sentirsi condannare E lasciami qui fuori a dormire La neve mi sveglierà E se poi sento il sole arrivare La tua mano mi scalderà Le lacrime bagneranno il mio volto Gli dei avranno pietà E lasciami qui fuori a dormire La neve mi cullerà
2.
Vera’s Dream I Vibrazioni e colpi di cintura Le scosse elettriche della tortura La gola secca come un deserto Le corde stretta è paralizzata Nella stanza accanto, oh quanti orrori Quanta voglia di correre fuori Ecco il turno che si avvicina Cala il sipario sulla prigionia Dammi droga tutta la notte Per dormire nelle tue grotte Il rossetto, mi sento malata Un po’ di brandy per la figlia esiliata E di colpo come magia Le mani sciolte, una nuova vita Ansimando esce allo scoperto Dal seminterrato universo Corre e torna dai vecchi demoni Che le insegnano a sedurre gli amori Ma cosa farne della libertà Di una ragazza povera di città Vuole droga tutta la notte Vuole entrare nelle tue grotte Il rossetto, si sente malata Un po’ di brandy per la figlia esiliata Ma per strada nuovi incubi Gatti neri e satana borghesi Fumi spessi, soffitti per terra Lame che si fanno strada nei fianchi Non c’è illusione, non si può scappare Dagli abissi della società E di fronte a tanta sofferenza Vera è sola pura come una dea Dammi droga tutta la notte Per dormire nelle tue grotte Il rossetto, mi sento malata Un po’ di brandy per la figlia esiliata Vuole droga tutta la notte Vuole entrare nelle tue grotte Il rossetto, si sente malata Un po’ di brandy per la figlia esiliata
3.
Lascia che Vengano Lascia che vengano, lasciali entrare Con i loro guanti e le facce tirate Non ci sono più spazi di resistenza Non ci resta che cedere alla loro violenza Sono già entrati. Ti giri allarmata Ti schiacciano a terra Non ti sei più rialzata Ho lasciato le perle che avevo raccolto Pronto a correre fino a perdere il fiato Ho lasciato il ricordo della nostra canzone Di te che ballavi sopra un tavolo bianco Solo nella foresta come un cane randagio Inseguito da uomini da leggi marziali Da spade attaccate ad un filo sottile Non c’è libertà, dove posso fuggire? Attraverso la Francia, per i campi del Belgio Non c’è molta pace sulle spiagge di Brighton Coperto nuvole che sembrano scogli Da fumi ormai densi come i nostri pensieri È la terza volta che appari nei sogni Che mi doni il tuo corpo come fosse un gioco Ma la tua immagine è una vendetta ormai morta Un figlio affamato a fine giornata Dopo una vita, una vita di stenti Una vita di inverni, di inverni freddi Una vita di stenti, di inverni freddi Lascia che vengano, lasciali entrare.
4.
Sono Fuori 02:23
Sono Fuori Dopo anni di rose false Sono fuori nel clima teso della città Che fa male niente sole né miele A testa bassa con la mia croce Unghie e ruggine segnano la mia schiena Un’altra gabbia per la libertà Niente di nuovo niente da scegliere Sul mercato della conformità Batto le strade vestito di nero Le memorie che mi segnano il collo Il sole freddo taglia come una lama Mentre il vento accarezza il mio occhio Posso vede i pazzi fatti di napalm Fare la guerra metropolitana E mi chiamano, mi gridano forte: “Togli i vestiti e corri nella notte!” E ho imparato il passo del becchino Per vedere appassire le viole Senti il mio piede batte sempre più forte Sul cemento duro del tuo cuore Solo così mi sento redento Nelle fredde onde che mi avvolgono E sono fuori la mia anima è vuota Nelle fredde, gonfie onde Che mi stringono che mi avvolgono Nelle fredde rosse onde…
5.
Il Diavolo alle Porte Giorni di luce lontani Ma l’unica cosa che vedi Lacrime di angelo e conati di vento Siamo costretti nel rifugio Non c’è luce e i liquori Sono l’unica fonte di calore che abbiamo Anche Luna ha idee strane Dice frasi insensate Vuole nuotare nello stagno e salvare il cigno Ma l’hai visto nell’angolo Il tipo affila il coltello Se lo struscia sui denti Sento odore di morfina Qualcuno prepara un sonno in cucina Tutti stanno esitando Non sognare l’altare L’odore di incenso fa morire Non ti distrarre, non ti consolare Il coro che senti cantare Dai bambini nelle cantine Non è angelico, è rassegnato Mille cose sparse a terra Il pavimento sottosopra Tra gli attrezzi del medico la follia imperversi Astronauti e califfi Ti adorano nei sogni Hai seguito la luce bianca, hai chiuso gli occhi, ti sei nascosta Non c’è briglia alla sofferenza, Senti pulsare quella vena Che mescola dolore e rabbia Uno schizzo sul tuo occhio Ti risveglia rosso inchiostro La guerra è in corso, il figlio di Lilith anche lui è morto Allontana quella lama Saresti dovuta scappare prima Che infuriasse questa tempesta Non ci sono più bugie Né alibi per fingersi morti Provare a resistere è inutile Come fare… Trasfusioni ai defunti.
6.
Vera’s Dream II Stanca e stralunata trascina i piedi Lenta come una stella Che inganna e disorienta con la sua luce fioca Che in realtà è già spenta I tagli sulla sua faccia colano miele Che sposa la neve fredda Un sapore da reduce con ferite calde E gli occhi di inchiostro E sta per arrivare alla vecchia porta La vecchia porta di una città nuova La paura la paralizza La stanchezza la frena Siamo stati separati Separati troppo a lungo Nel buio del deserto La notte è fredda il giorno in ritardo Siamo stati separati Separati troppo a lungo Nella casa dello sballo Scendi dal trono vienimi incontro E danza come una foglia La dolce donna che cos’ha in mente Uno strano tipo di velo avvolge gli occhi Delle figlie Che scese dalla montagna Un uragano di piedi nudi E bevono mercurio Mescolato a semi di rosa Sono loro le dee Le eterne donne che fanno il destino Delle facce grigie di strada Nei silenzi assordanti di ogni vicolo Un passo verso il letto Prima di cadere La senti questa voce Ribolle nelle tue orecchie Ribolle nel tuo corpo Ribolle nel tuo sangue Un passo verso il letto Prima di cadere E nel sonno infinito Mani bianche ti traggono in salvo Vedi felci sui marciapiedi Rampicanti sulle piramidi Un forte di odore di mirto Bacche e rami ti picchiano in volto Mentre anelli di rame ti si posano in testa In armonia Il vitello uccide la madre, ne tritura le ossa E arma i cannoni Uno scoppio in un lampo Abbatti i totem, alzati e danza! Un passo verso destra Attenta a non cadere La senti questa voce Questa luce bianca È lei la vera madre Che devi rispettare Un passo verso destra Attenta a non cadere Un passo verso sinistra Attenta a non cadere La senti questa voce Questa luce bianca È lei la vera madre Che devi rispettare Un passo verso sinistra Attenta a non cadere Un passo verso il letto Prima di cadere La senti questa voce Questa luce bianca È lei la vera madre Che devi rispettare Un passo verso il letto Prima di cadere
7.
Solo Un Ricordo Il riflesso dello specchio È il calco di un ricordo sbiadito ormai Per te solo un ricordo il tuo corpo consumato dagli anni e dai guai Le note del futuro risuonan nel presente “In quale uomo credi?” mi chiedi impaziente Il mio vigore si è già spento Nel timore quasi certo che non capirai Se do forza alla mia voce E parlo di pensieri e magari di realtà E so che l’ora è gravida di ciò che accadrà Ma il guizzo del tuo sguardo mi cela nell’immobilità Ti fa paura questa storia Sempre uguale e mai inedita per noi Che ci tiene prigionieri Di continui fallimenti, sai Imputati inconsapevoli di un grande tribunale Con giudici assai ciechi come talpe shakespeariane Ma non è solo un ricordo Questa rete che ci tiene sai Niente è fermo in questo mondo Come i flutti delle acque che consuman pietre e regni Temi di affogare, non ti resta che affrontare Queste vette di paura, di lacrime assai amare Lo puoi fare con l’azione, abbandona quello sguardo Già privo di speranza e di incredulità

about

Misère de la Philosophie – Vera e il Diavolo
(Seahorse Recordings, 23 giugno 2023)

Questo album è una raccolta di fotogrammi discontinui che tendono a costruire un continuum narrativo di fondo tenuto insieme da liriche impressionistiche e da un tessuto musicale fortemente suggestivo dominato da atmosfere psichedeliche di volta in volta languide (Correnti bianche e Solo un ricordo), abrasive e “garage” (Vera’s dream I, Lascia che vengano, Il Diavolo alle porte, Sono fuori), acide e sperimentali (Vera’s dream II).
Il precipitato narrativo del disco, con le sue immagini ricorrenti che si susseguono a intermittenza stroboscopica, trova dei punti di condensazione nei due protagonisti che danno il titolo all’intero lavoro: Vera e il Diavolo. Se il personaggio femminile di Vera ricerca la propria emancipazione da una realtà brutale attraverso un immaginario onirico e primordiale (ma non per questo meno inquietante), il Diavolo rappresenta, invece, quel fattore disturbante che ci riporta sempre a una realtà totalitaria, priva di vie di fuga, in cui gli stessi attori sono agiti da potenze che percepiscono come estranee.
Onirico e demoniaco, nelle due accezioni appena delineate, costituiscono, dunque, le tematiche principali di Vera e il Diavolo. Se inizialmente essi si presentano in maniera immediata come due strade parallele e indipendenti, con il succedersi delle canzoni esse finiscono per definirsi come due lati di una stessa medaglia, che si contaminano reciprocamente secondo una sintassi proteiforme, priva di regole meccaniche. Il sogno lascia cicatrici e i demoni continuano a ferirci all’interno di una realtà sempre più claustrofobica, di fronte alla quale la fuga onirica non rappresenta una soluzione sufficiente. Come suggerisce Solo un ricordo, la traccia conclusiva dell’album, alla fine resta la ruvida consapevolezza di “affrontare / queste vette di paura, di lacrime assai amare”, che chiamiamo mondo – nessuna tenerezza, né incredulità.


Riferimenti letterari:
B. Singer, Satana a Goraj
N. G. Cernysevskij, Che fare?
S. Freud, Introduzione alla psicoanalisi

credits

released June 23, 2023

Credits

Misère de la Philosophie
Sebastiano Taccola: chitarra, armonica, voce
Giacomo Biancalana: batteria, percussioni, sax, cori
Michele Pineschi: basso, synth, organo, electronics, cori

Sofia Papa: seconda voce in “Vera’s Dream I”

Testi e musiche: Misère de la Philosophie

Registrato al “Pin Kabin Studios”

Mix: Michele Pineschi

Mastering: Paolo Messere al “Seahorse Studio”

Artwork: Wendy Harhol

license

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about

Misère de la Philosophie Piombino, Italy

Band all’attivo dal 2010, la Misère de la Philosophie è un progetto basato sulla passione condivisa da tutti i suoi membri per la psichedelia e le sonorità acide.

Nel 2022 la band ha messo a punto un nuovo sound e registrato un nuovo album, “Vera e il Diavolo” (in uscita il 23 giugno 2023 per Seahorse Recordings) animato dal contrasto tra atmosfere estatiche, abrasive e acide.
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