1. |
Benandanti
02:50
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BENANDANTI
Nati con la camicia
Avvolti dalla membrana
Quando siamo sputati dal ventre
Condannati a combattere
Demoni e streghe
E pure Satana a volte
Per non farli pisciare nei nostri vini
Per non farci morire di fame
Per non farli guastare i nostri raccolti
La peste non ci può dissetare
Guardaci, usciamo pure stanotte
Spiriti, anime da queste grotte
Guardaci
E oggi ci nascondiamo
Ma non siamo smarriti
Dopo che ci hanno sepolti
Sciamani mannari
Metropolitani
Sotto i nostri cappelli
Condannati a combattere e a volte perdiamo
In Giosafat Square
Ché la peste non ci farà ubriacare
E il sangue non ci può dissetare
Guardaci, usciamo pure stanotte
Spiriti, anime da queste grotte
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2. |
Ossa
04:33
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OSSA
Pelli di animali
Bacche di melograni
Con le ossa batte a terra
Zoppica per la ferita
Ma col suo piede nero
È pronto per la festa
Della trasformazione
Dell’uomo in animale
È là c’è il figlio che approccia
Il suo destino in carrozza
Lo scontro, la caduta
Non piange neanche una lacrima
E lascia il padre a morire
Per poter ritornare
Col suo piede gonfio
Con la madre a danzare
Sono stanca di camminare
E non posso più aspettare
Per scongelare il destino
Con un intervento divino
Un’altra ora, un’ultima danza
Grida forte Cenerentola
Mentre perde la scarpetta
Nella corsa, nella fretta
E dopo mezzanotte
È incoronata regina
Del ballo delle escluse
Delle dimenticate
Ecco l’ariete nero
Per farsi massacrare
In onore del sacrificio
Del dio col piede caprino
Un’altra botta, un ultimo taglio
Al suono dei tamburi
Squartare e ricomporre
Morire per ritornare
Ma la cosa più importante
È continuare a danzare
Cercare l’osso mancante
Vivere per zoppicare
Pelli di animali
Presto ti porterò
Con le ossa batterò a terra
E poi ti chiamerò
E così parte la festa
Della trasformazione
Dell’uomo in animale
Nato per zoppicare
Smettila di parlare
E continua a danzare
Cerca l’osso mancante
Continua a zoppicare
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3. |
Cavalcata
04:49
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CAVALCATA
Si è morsa forte il labbro ed ha sputato il sangue a terra
È forse anche per questo che si chiama Anna La Rossa
«Dimmi adesso, dimmi Anna, vedi tremare le foglie?
Senti attorno al collo le doglie? È il tuo spirito che vuole uscire.
Fallo uscire».
«Vola in alto veloce, adesso nessuno ti può più fermare
Aguzza lo sguardo rapace, la Dea Notturna non ti vuol lasciare
Vedi la polvere, laggiù Anna, dietro la collina alta?
Ecco che avanza, ecco che arriva, la furiosa cavalcata!
(Senti la terra trema)»
«Tra mascelle cascanti, zoccoli e scudi, poveri scheletri nudi
Tra tamburi tonanti e lamenti sgraziati, devi cercare lei
Dimmi adesso, dimmi Anna, vedi la mia dolce Ginevra?
Già me la immagino, il suo sguardo smarrito che si chiede “lui dov’è?”
(Senti la terra trema…. Devi farla parlare… Senti la terra trema)».
La Rossa è appena tornata in sé, mi ha detto l’ha vista e le ha chiesto “com’è?”
Camminava lenta con le braccia calate, ma subito le labbra si sono animate
(Ooooh si sono animate / Oooooh si sono animate / Non perdere tempo / Senti la terra trema)
Ha detto che anche se è morta vuole un nuovo vestito
Da abbinare al colore dell’anello sul dito
Per il resto sta bene, meglio d’un cane
Povera era, povera rimane
Ha sciolto il suo pugno in una dolce carezza
Da mandarmi per mano di Anna la Rossa
Non sprechiamo più tempo / Lei deve andare
Non sprechiamo più tempo / Lei deve andare
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4. |
Anomalie
02:15
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ANOMALIE
Anomalie
Tra paesi lontani
Riti streghe sciamani
Figure nascoste
Mai ritrovate
Non rispondono se tu le chiami
Strutture figure
E congetture
Che escono fuori dal tempo
Indizi frammenti
Mosaici e miti
Cui non sei iniziato
L’estasi folle
Di quegli attori
Tra mille futuri anteriori
Prendi il bastone
Del rabdomante
E inizia ora a scavare
Nel sottosuolo
Anomalie
Nel sottosuolo
Anomalie
Nel sottosuolo
Anomalie
Amplifica e ascolta
Le vibrazioni
Le sottili radiazioni
Segnali sconnessi
Senza cronologia
E raggi ancora oscuri
Nel sottosuolo
Anomalie
Nel sottosuolo
Anomalie
Nel sottosuolo
Anomalie
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5. |
Estasi
03:35
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ESTASI
Cammina con la testa bassa
E non gli basta quel che resta
Una voce per la strada
A quell’ angolo gira a destra
La nebbia appanna i suoi occhi
Mancano solo pochi passi
La luna ha corso cinque fasi
Tra poco inizia la sua estasi
Inarca la schiena
Tira la vena
Sotto la pelle
Fallo di nuovo
È appena entrato nella vasca
L’acqua del fiume è sempre fredda
Nel silenzio la pelle trema
Un urlo gli si strozza in gola
La nebbia avvolge i suoi occhi
I sogni sembrano eterni
La luna corre le sue fasi
Ed ecco inizia la sua estasi
Inarca la schiena
Tira la vena
Sotto la pelle
Fallo di nuovo
Cammina con la testa alta
E non c’è niente che lo arresta
Cane di dio, lupo mannaro
Arma preziosa, amico caro
La luce avvolge i suoi occhi
In combattimenti eterni
I diavoli rubano i raccolti
Nella battaglia delle estasi
Inarca la schiena
Tira la vena
Sotto la pelle
Fallo di nuovo
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6. |
Tempora
06:37
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TEMPORA
Vapore, vapore, solo vapore
Asciuga lo specchio per vedere
Quella figura anonima, una tra le tante
I capelli biondi, lunghi
La pelle bianca
Gli occhi innocui
Una tra le tante, se non fosse per quella piccola cicatrice
Sulla caviglia sinistra, che la riporta quando era bambina
Per il resto, il suo corpo nudo non ha segreti da rivelare per ora.
Si sa, in certi momenti, le idee viaggiano veloci, e si perdono le tracce, le connessioni
Si ricorda dei pupazzi di neve, sulla piazza innevata
Una sfilata dell’anonimato
Si ricorda di quel vestito rosso,
che avrebbe volentieri comprato
E la musica continua
Quel segreto impertinente, pieno di contrappunti
Che non ne interrompono il flusso
E così è la vita, e un po’ se ne dispiace
Ma non stasera, non stasera
Cammina nuda per la casa e alza il volume
Vuole sentire, si vuole immergere
Nei suoni, cercare la dissonanza
E nel frattempo continua a passare l’unguento
Prima al polpaccio, poi alla caviglia
Si sente come nuova in quella vestaglia
Fatta di trasparenza
È giovedì 17 dicembre
E stasera non può sbagliare
Indossa gli stivali neri e ripete la formula
"Niente si sente, niente fa male la notte delle tempora"
Si mette i pantaloni neri, di pelle
E ripete la formula a tempo di musica
(I timpani vibrano per il rumore)
"Niente si sente, niente fa male la notte delle tempora"
Si mette la giacca e prepara il cappello
Un’occhiata allo specchio
Sconvolgente figura, pronta a montare in sella
Per viaggiare lontano nella notte delle tempora
Spegne lo stereo e si avvia alla porta
Sommessa la apre
Sta ancora pensando a dove tra poco dovrà entrare
Ripete la formula, vuole essere sicura
Si chiude la porta, di colpo alle spalle
Si prepara ad uscire vestita di pelle
L’unguento la scalda, le dà coraggio
Ciò che farà nella notte avrà conseguenze
Una lenta discesa in una nuova alba
E si avvia sulla strada dell’Indoor Sabba
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7. |
Misère de la Philosophie Piombino, Italy
Band all’attivo dal 2010, la Misère de la Philosophie è un progetto basato sulla passione condivisa da tutti i suoi membri
per la psichedelia e le sonorità acide.
Nel 2022 la band ha messo a punto un nuovo sound e registrato un nuovo album, “Vera e il Diavolo” (in uscita il 23 giugno 2023 per Seahorse Recordings) animato dal contrasto tra atmosfere estatiche, abrasive e acide.
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